Il piacere del viaggio è rafforzato dalla gioia del ritorno. Si torna a casa, ma le emozioni
possono rimanere con noi, frammenti di storie, schegge di ricordi.
Gli oggetti delle collezioni Homer sono strettamente legati ai luoghi in cui sono nati, sono pronti a raccontare le storie della loro città, ma ambiscono a
viaggiare e a vivere nelle case di tutto il mondo per essere usati, amati
ed apprezzati senza confini.
Venezia, il punto di partenza, e di ritorno, del viaggio di Homer.
In una Venezia costruita nell’acqua, ma senza acqua potabile, i pozzi, grazie ad un
funzionale sistema di filtraggio e conservazione delle acque piovane, sono stati per secoli
un elemento chiave della vita cittadina, come documentano le centinaia di preziose “vere”
tutt’ora esistenti, ricercate cornici in marmo scolpito e conci di pietra d’Istria che
contornano il pozzo, spesso decorate da prestigiosi stemmi patrizi, a memoria della
lungimirante munificenza dei donatori privati di manufatti così importanti per Venezia.
Santi Apostoli , ricalcato sulle sinuose forme seicentesche della “vera” collocata nel campo omonimo, traduce la vita quotidiana e l’eternità della Serenissima in una raffinata creazione in porcellana biscuit e smaltata, un oggetto da vivere, come vivo è il luogo in cui il pozzo si trova, nel cuore della città.
Le forme, i materiali ed i colori di San Salvador , eclettica serie di ciotole in resina e in vetro di Murano caratterizzate dalla superficie irregolare marmorizzata, ricalcano il modello del pozzo del primo chiostro dell’antico monastero di San Salvador, citandone anche i preziosi materiali, come il calcare rosato di Verona della cornice del pozzo e la pietra d’Istria del basamento ottagonale a tre scalini concentrici in porcellana biscuit.
Fulcro dello spazio raccolto del campo di San Gregorio alla Salute è un elegante pozzo seicentesco in pietra d’Istria abbracciato da sinuosi racemi di acanto e profilato al bordo superiore da una rara cornice quadrata diamantata. Il pozzo è incorniciato dalla sobria facciata archiacuta della chiesa che dà il nome al campo, un tempo cuore di un monastero di benedettini: fondata nel IX secolo, fu riedificata una prima volta nel 1105, in conseguenza di un incendio, e nuovamente ricostruita in forme gotiche attorno alla metà del ‘400, per poi divenire nel 1806 un’officina della Zecca per la raffinazione dell’oro.
Preziosi scintillii dorati vengono diffusi da San Gregorio, un raffinato morbido portacandele semitrasparente che riprende le forme dell’antico pozzo e che, avvolgendo il bicchiere in vetro di Murano, sublima il chiarore soffuso della candela in un intrigante gioco di luci e ombre.

TO BE CONTINUED…